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Il magico e indecifrabile anello di Paussnitz
28 Mar 2017

Il magico e indecifrabile anello di Paussnitz

Post by Administrator

Alla fine del XIX secolo, nel distretto di Riesa, in Germania, venne portato alla luce un vaso di ceramica ricolmo di monete d’argento. Al suo interno fu ritrovato uno strano anello recante oscure incisioni. Conservato nel Museo Nazionale di Preistoria di Halle, si ritiene che l’anello di Paussnitz sia un efficace e potente amuleto.

Anello Magico di Paussnitz

Anello Magico di Paussnitz

Da tempi immemori si crede nell’esistenza di anelli magici. Si tratta di oggetti pervasi da una misteriosa forza, spesso forgiati in un’epoca da tempo dimenticata, in grado di conferire rispetto e potere a chi li possiede. Le formule magiche incise sulla loro superficie perpetuano una conoscenza antichissima oltre a conferire poteri taumaturgici.

Solo pochi di essi sono sopravvissuti alla storia. Uno di questi si trova da oltre cento anni nel forziere del Museo Nazionale di Preistoria di Halle (Sassonia-Anhalt).

Per molto tempo si credeva fosse andato perduto, ma questo dodecagono in argento possiede una singolare forma di attrazione. Lungo la circonferenza vi è una misteriosa sequenza di simboli e segni alfabetiformi che rappresenta un vero e proprio enigma per gli esperti di scrittura fomentando al contempo diverse ipotesi sulle forze che vi sono racchiuse.

Questo anello d’argento del peso di 5 grammi venne trovato nel 1898 da Emil Schreiber, un proprietario terriero a Paussnitz, nell’odierno distretto di Riesa. Mentre era intento a piantare un albero, Schreiber trovò per caso un vaso di ceramica ricolmo di monete d’argento. E fra le monete, come un dono del cielo, vi era l’anello misterioso. L’uomo non riusciva a credere alla propria fortuna e non fece alcun mistero della scoperta. L’insolita notizia raggiunse anche il Museo Provinciale della Sassonia, ma non si fermò lì e varcò anche i confini della stessa provincia.

Ben presto, istituzioni statali, collezionisti di monete e antiquari fecero a gara per accaparrarsi una parte del tesoro. Il museo di Halle riuscì a mettere le mani su appena sette delle oltre cinquecento monete ritrovate, sull’anello, nonché sulla magia che lo pervade. Con tutta probabilità questo gioiello magico venne sepolto poco dopo il 1950. Naturalmente è anche possibile che sia molto più antico. Sembra sia sempre passato inosservato, senza che nessuno ne comprendesse il valore. “Stranamente soltanto le monete sono state esposte al pubblico“, conferma Arnold Muhl dell’Ufficio Regionale per l’Archeologia della Sassonia-Anhalt. “Fino ad ora l’anello di Paussnitz è stato citato, ma non è mai stato fatto oggetto di pubblicazioni“, il che significa semplicemente che gli archeologi lo hanno platealmente ignorato.

Le circostanze del ritrovamento furono tali da far sì che l’anello di Paussnitz venisse inventariato in un catalogo di monete a parte, ragion per cui, a differenza del vaso, non comparve più negli inventari dei reperti archeologici. Muhl affermò: “Parecchio tempo dopo lo abbiamo cercato nell’inventario archeologico senza però trovarlo; così nelle pubblicazioni degli anni ’80, l’anello era stato dato per perso“. Questo piccolo gioiello è riapparso soltanto nel 2001, come ci racconta l’archeologo: “Me lo sono ritrovato, all’improvviso, fra le mani mentre ero intento ad esaminare le monete del forziere. Ricerche approfondite condotte in seguito ci hanno permesso di determinarne la provenienza“. Non si riesce però ancora a decifrarne l’iscrizione. Come confermato da Arnold Muhl, i segni incisi sulla superficie dell’anello di Paussnitz non sono stati ancora decifrati del tutto. In base alla loro posizione, uno per ogni lato del dodecagono, sembrano avere un significato profondo. Al momento una piccola équipe di esperti in diverse discipline è intenta a decifrare l’iscrizione. Fino ad ora, però, non è stata nemmeno in grado di chiarire in quale lingua sia stata redatta né quale sia il significato dei simboli.

L’archeologo spiega che, con tutta probabilità, non si tratta di parole legate ad un filo logico, bensì di abbreviazioni di un motto, composto dalle iniziali di più parole. “Nel caso di un’iscrizione così intricata il pensiero corre subito a un messaggio segreto e, dunque, magico. Presumibilmente l’anello ha un significato religioso e funge da amuleto“.

Le ultimissime ricerche, secondo Muhl, sembrano indicare un contesto essenzialmente cristiano. “A quanto pare si tratterebbe di un sigillo, sul quale era stato riportato il nome del proprietario. Ma in verità potrebbe esserci sopra anche qualcos’altro, forse scritto in medio-alto tedesco“. Potrebbero fornire ulteriori informazioni esperti di scrittura di Monaco, ai quali è stato affidato il compito di risolvere l’enigma dell’anello.

Al momento resta comunque il mistero dell’identità del suo proprietario. Il diametro dell’anello di Paussnitz e le tracce di usura sulla sua superficie suggeriscono che si trattava di un uomo che lo avrebbe indossato molto tempo fa. Dal piccolo tesoro nel quale era nascosto l’anello si intuisce anche che l’uomo doveva essere benestante. Resta comunque un mistero il motivo per il quale non ha portato con sé l’anello nella tomba. Non sappiamo nemmeno se esistono altri anelli simili: a tutt’oggi è noto un solo reperto documentato e utilizzato come termine di paragone. Questo anello, anch’esso in argento, è un dodecagono e proviene da Deszk (Ungheria); mostra sulla superficie un’iscrizione altrettanto misteriosa che, a tutt’oggi, si sottrae ai numerosi tentativi di comprensione. Possiamo soltanto sperare che altri esemplari siano sopravvissuti alla prova del tempo e che un giorno potremo riunirli affinché ci svelino ciò che, nel corso dei millenni, è andato perduto, nonché per risvegliare la magia che in essi è celata.

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