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L’uomo di ghiaccio del Minnesota
9 Gen 2017

L’uomo di ghiaccio del Minnesota

Post by Administrator

Stando alla testimonianza dell’ipotetico scopritore, nel 1968 vennero riportati alla luce i resti, ottimamente conservati, di un ominide soprannominato dalla stampa “l’uomo di ghiaccio”. In preda all’euforia per la scoperta, la creatura venne presentata al pubblico come l’anello di congiunzione mancante tra l’uomo e la scimmia.

Frank Hansen

Frank Hansen

Una fattoria vicino a Winona, nel Minnesota, risultò essere l’improbabile dimora di una creatura misteriosa molto discussa. Nel 1968, i criptozoologi Bernard Heuvelmans e Ivan Sanderson s’imbatterono in una bara coperta di ghiaccio e congelata, contenente quello che sembrava il corpo di un uomo primitivo. Alto circa un metro e 80 centimetri, differiva dall’uomo attuale per la forma ovale del tronco, la diffusa pelosità simile a quella del gorilla, braccia lunghe, mani e piedi molto grandi. Sembrava che un proiettile gli avesse fatto saltare un occhio e la parte posteriore del cranio.

Soprannominato “uomo di ghiaccio”, fu esibito in un baraccone itinerante dal proprietario della fattoria, Frank Hansen, che pretendeva trattarsi dell’anello di congiunzione fra i primati e l’uomo. Hansen diede spiegazioni contraddittorie circa la sua origine: fu acquistato in estremo Oriente; alcune baleniere lo avevano trovato al largo del Giappone; fu lui stesso a sparargli nelle foreste del Minnesota.

Dapprima l’apparente somiglianza fra l’uomo di ghiaccio e l’uomo di Neanderthal, estinto da almeno 30.000 anni, suscitò l’interesse degli scienziati. Heuvelmans pensò che si trattasse di un neandertaliano moderno, probabilmente ucciso in Vietnam, dove spesso si hanno segnalazioni di ominidi, e introdotto clandestinamente negli Stati Uniti. Ma non appena l’FBI cominciò a interessarsi al presunto uomo di ghiaccio, probabilmente perché era stato ucciso, Hansen lo ritirò dalla circolazione.

Quando riapparve, Hansen dichiarò che non si trattava dell’uomo di ghiaccio originale ma di una sua copia. Nel 1981 gli studiosi espressero il sospetto che anche il primo non fosse autentico, ma Heuvelmans insistette che il cadavere da lui esaminato era reale. Il secondo “uomo di ghiaccio” viene tuttora esibito, ma del primo non c’è più traccia. Brillante scoperta zoologica o beffa ben congegnata?

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