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L’agopuntura e la medicina tradizionale cinese
7 Mag 2016

L’agopuntura e la medicina tradizionale cinese

Post by Administrator

Sebbene in Occidente la medicina tradizionale cinese viene relegata nell’ambito dei sistemi medici non ufficiali, essa affonda le sue radici in pratiche millenarie. L’agopuntura, parte integrante della cultura orientale, si pone l’obiettivo di ristabilire lo stato di benessere di un soggetto mediante l’inserimento di aghi in punti specifici del corpo. 

Mappa Agopuntura

Mappa Agopuntura

L’agopuntura, l’antico metodo terapeutico cinese che non fa uso di medicine né di interventi chirurgici, ma solo di sottili aghi inseriti nella pelle a una profondità di 2,5 mm, agli occidentali può apparire come una pratica magica. L’impressione è rafforzata dal fatto che gli aghi sono spesso inseriti in punti apparentemente non collegati con il disturbo trattato: un ago infisso nel mignolo del piede può curare il mal di testa, e il raffreddore da fieno può essere trattato attraverso la zona del fegato.

James Reston, giornalista del New York Times, presenziò nel 1974 a un intervento chirurgico all’Ospedale Hua Shan di Shanghai, con impiego di agopuntura. Al paziente, Zhen Jian, affetto da tubercolosi, furono asportati il polmone sinistro e una costola e l’unica anestesia impiegata fu un ago inserito nella sua spalla destra. Egli rimase completamente cosciente durante l’intervento e subito dopo poté perfino mangiare alcuni spicchi d’arancia.

L’agopuntura è praticata da 5.000 anni, ma il più antico testo che si conosce sull’argomento è “Il libro dell’imperatore giallo”, che risale al 200 a.C. La tecnica avrebbe avuto origine dall’osservazione di un guerriero, il quale aveva notato che una piccola ferita riportata in battaglia lo aveva guarito da un malanno precedente.

L’agopuntura si basa sulla teoria dell’energia vitale chiamata qi, ossia “aria“, “respiro“, la cui continua circolazione manterrebbe il corpo sano. Il cuore, la vescica e gli altri organi principali soffrirebbero quando questa forza non fluisce regolarmente lungo uno dei dodici meridiani del corpo. Su queste linee invisibili si troverebbero i circa 2.000 punti cutanei che il terapeuta usa per lenire il dolore e curare il malanno.

L’agopuntura fu introdotta in Occidente, e precisamente in Francia, circa 300 anni fa dai missionari gesuiti e conobbe una certa popolarità negli anni ’30, quando un diplomatico francese pubblicò un trattato in cinque volumi sull’argomento, ma dovevano passare ancora quarant’anni prima che il mondo della medicina moderna cominciasse a prenderla sul serio. Decisivo, al riguardo, fu il viaggio in Cina del presidente americano Richard Nixon con alcuni medici occidentali, i quali constatarono di persona gli effetti anestetici di questa metodica in chirurgia.

Con l’agopuntura si trattano anche depressione, ansia e stati di dipendenza. Attualmente si stanno sperimentando, sullo stesso principio, tecniche nuove come aghi ruotati elettricamente, laser e ultrasuoni. In occidente, i ricercatori tendono ad attribuire il successo dell’agopuntura a fattori psicologici, come fiducia nella sua efficacia, distrazione mentre si inseriscono gli aghi, incentivo a controllare il dolore. Quel che si sa è che l’agopuntura genera segnali nervosi che prevalgono sulla sensazione di dolore e che, pungendo la pelle, gli aghi stimolano il cervello a produrre le endorfine, sostanze analgesiche naturali.

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