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Riti iniziatici nel Libro di Enoch
7 Ott 2018

Riti iniziatici nel Libro di Enoch

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Grazie alla sete di avventura dell’esploratore scozzese James Bruce, nel XVIII secolo fu portato in Europa un antico testo ebraico conosciuto col nome di “Libro di Enoch”. Accettato da alcuni Padri della Chiesa, al suo interno vi è la narrazione di un’iniziazione mistica alla quale sarebbe stato sottoposto anche lo stesso Gesù.

Enoch

Enoch

Nel 1768 l’esploratore scozzese James Bruce risalì il Nilo alla ricerca della sua magica sorgente. Il viaggio fu lungo e difficile e l’esploratore riuscì a sopravvivere solo grazie alla sua capacità di dosare sapientemente oro e pistole. Viaggiare era un’attività pericolosa, anche a prescindere dalle malattie dovute all’acqua cattiva e al cibo avariato. In capo a due anni raggiunse l’Etiopia, in quel momento in preda ad una guerra civile. Ma nonostante tutto sopravvisse e tornò in Europa portando con sé molti tesori, tra cui tre copie dell’edizione etiope di un antico testo ebraico “Il Libro di Enoch”.

Per quanto il testo fosse stato accettato da alcuni Padri della Chiesa del II e III secolo d.C., come Clemente Alessandrino e Tertulliano, non v’era tuttavia la certezza che sarebbe stato incluso nell’elenco ufficiale dei sacri testi. Tertulliano menziona il fatto che alcuni rabbini erano contrari. Comunque i cristiani a quel tempo si facevano pochi scrupoli. Ritenevano un testo canonico soltanto se parte di esso lasciava spazio alla previsione della venuta di Gesù e se esso veniva menzionato dalla Lettera di Giuda. Tuttavia dopo il Concilio di Nicea nel 325 d.C. il Libro di Enoch fu messo da parte e tra la fine del IV e l’inizio del V secolo addirittura al bando da teologi quali Gerolamo e Agostino.

Sebbene esso venga presentato come una composizione unica, appare subito evidente che è il frutto di più autori, una commistione di brani riuniti sotto il nome di Enoch. Eppure, nonostante la sua incoerenza interna, è un’opera straordinaria. Essa utilizza molti dei motivi ormai a noi familiari. Enoch ha una visione in sogno (13:8); chiede spiegazione dell’Albero della Vita (25:1-3); menziona i tre portali d’Oriente attraverso cui le stelle passano nella regione orientale dell’orizzonte (36:3), in accordo con gli astrolabi babilonesi e assiri, risalenti al 1.100 a.C. circa; inoltre riferisce di come le azioni degli uomini vengano pesate su una bilancia, proprio come nella tradizione egizia dell’aldilà (41:1).

Ancora una volta ci troviamo su un terreno familiare: materie esoteriche insegnate ad un soggetto che sta per essere iniziato per mezzo di visioni oniriche provenienti dall’Oltretomba e il tutto in un contesto ebraico. Queste visioni oniriche fanno parte di un’iniziazione in cui il sognatore si rifugia in un luogo silenzioso e buio, una grotta o la cripta di un tempio, e usa le tecniche insegnategli per raggiungere quell’immobilità che gli permetterà di accedere all’Oltretomba. Dunque ci attenderemmo da qualche parte del Libro di Enoch un riferimento alle pratiche esperenziali e iniziatiche, attesa che puntualmente non viene delusa.

Allora avvenne che il mio spirito fu trasportato e io ascesi ai cieli e vidi i santi figli di Dio” (Enoch 71:1). Questo ha tutta l’aria di essere il resoconto di un avvenimento realmente accaduto allo scrivente, un’esperienza mistica raggiunta con l’obiettivo di essere iniziato all’esoterismo ebraico. Enoch “tra quelli che dimorano sulla Terra fu sollevato sui carri dello spirito” (Enoch 70:2); un’immagine che sembra l’equivalente ebraico del dio egizio alato Ba. Comunque non c’è dubbio che l’avvenimento riguardasse un’iniziazione, visto quanto dice il testo su cosa accadde a Enoch dopo essere stato portato in cielo, ma prima che il suo spirito si trasfigurasse: “E l’angelo Michele mi afferrò la mano destra e di lì a poco mi sollevò e mi condusse attraverso tutti i segreti e mi mostrò tutti i segreti della rettitudine. E mi mostrò tutti i segreti della fine del cielo“. (Enoch 71:3-4).

L’anonimo scrivente continua descrivendo quello che accadde dopo: “E caddi sulla faccia e tutto il mio corpo si rilassò e il mio spirito fu trasfigurato” (Enoch 71:11). Questo è esattamente il tipo di esperienza mistica che ci aspetteremmo dai Terapeuti. Il testo ci tiene a spiegare, qualora non ce ne fossimo accorti, che questo rapimento estatico è avvenuto mentre Enoch era ancora vivo (durante il tempo della sua vita), passo praticamente identico a quello in cui i Testi delle Piramidi, ci riferiscono come il re “non se n’è andato da morto bensì se n’è andato da vivo“. E i due brani descrivono esperienze molto simili di iniziazione ai misteri di un mondo non terreno.

Questi testi, resoconti di esperienze iniziatiche, sono raccolti sotto il nome di Enoch. Proprio come in Egitto i testi conosciuti come Corpus Hermeticum erano raccolti sotto il nome di Ermete Trismegisto. Data la loro natura visionaria, è curioso scoprire che almeno sette passi del Libro di Enoch fanno parte dei Rotoli del Mar Morto e furono rinvenuti nel 1952 nella grotta di Qumran chiamata Grotta 4. Da questi elementi, sembrerebbe che il gruppo zelota che aveva prodotto i rotoli del Mar Morto, un componente essenziale dell’ambiente politico – culturale in cui crebbe Gesù, e il gruppo ebraico messianico che avrebbe dato luogo alla cristianità fossero entrambi consapevoli dell’esistenza del Libro di Enoch. Un’analisi rigorosa rivela un fatto ancora più interessante. Il Libro di Enoch, come detto, è una compilazione di testi di autori diversi, che gli studiosi hanno suddiviso in cinque parti, ciascuna delle quali distinta e diversa dalle altre. La parte iniziatica e mistica che contiene il resoconto dell’ascesa e della trasfigurazione è la seconda, nota anche con il titolo “Le Parabole”, ed è completamente assente nei rotoli rinvenuti a Qumran.

I testi dei Rotoli comprendono frammenti scritti in aramaico provenienti dalle parti I, IV e V. Non solo manca la parte mistica ma anche quella seguente che tratta di questioni astronomiche e che fornisce la base del calendario solare probabilmente impiegato nel Tempio di Onias sul delta del Nilo. I testi mistici del Libro di Enoch sono una raccolta che sembra provenire direttamente dall’ambiente ebraico al cui interno il messia fu educato, un gruppo dedito alle iniziazioni ai saperi occulti, all’ascensione al cielo e all’esperienza della Luce Divina.

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