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Koichi Mita e il lato nascosto della Luna
15 Gen 2019

Koichi Mita e il lato nascosto della Luna

Post by Administrator

Il nostro satellite da sempre è fonte di ispirazione per artisti e liberi pensatori ma solo nel 1959 l’umanità è riuscita a svelare il suo “lato nascosto” grazie ad una missione spaziale sovietica. Le foto scattate dalla sonda russa confermarono le visioni proiettate a distanza dal famoso veggente giapponese, Koichi Mita, ben 25 anni prima.

Koichi Mita

Koichi Mita

Soltanto nel 1959 la sonda spaziale sovietica Luna III riuscì a scattare delle fotografie del lato nascosto del nostro satellite rivelando così la sua conformazione. Tuttavia, non era la prima volta che qualcuno lo vedeva, poiché più di 25 anni prima, un veggente giapponese era riuscito a proiettare un’immagine dell’altra faccia della luna su una lastra fotografica.

Il 24 giugno 1931, il professor Tomokichi Fukurai sistemò due lastre fotografiche in una scatola per un esperimento di “fotografia del pensiero”. A 40 chilometri di distanza, Koichi Mita, un medium molto quotato, mediante la chiaroveggenza impresse sulle lastre un’immagine “del lato nascosto della luna”. Sviluppate le lastre, apparvero chiaramente immagini lunari.

I giornali chiesero a Fukurai e Mita di ripetere l’esperimento in pubblico e, il 12 novembre 1933, 4.000 persone erano stipate nell’auditorium della città di Gifu. Fukurai pose 12 lastre fotografiche sigillate sul tavolo e chiese a Mita di proiettare un’immagine dell’altra faccia della luna sulle prime sei lastre. I negativi furono sviluppati alla presenza di testimoni e dopo circa 5 minuti le sei lastre mostravano una chiara immagine della luna. Ma come si poteva affermare che si trattasse proprio del lato della luna che nessuno aveva mai visto?

Cinquantadue anni dopo, un professore di ingegneria elettrotecnica, Motinori Goto, vide un globo lunare prodotto dalla NASA: una proiezione ortografica basata su fotografie scattate durante i viaggi delle missioni Apollo. Vi si distinguevano chiaramente gli elementi principali che Goto aveva visto sulle “fotografie del pensiero” di Mita. In seguito, utilizzando una tavola della NASA dei nomi e delle collocazioni dei crateri e dei mari della luna, attraverso calcoli matematici Goto trovò 31 ubicazioni corrispondenti con le immagini di Mita relative all’altra faccia della luna. Ma come Mita abbia fatto a proiettare le immagini, rimane un mistero.

Fu lo stesso Tomokichi Fukurai a coniare il vocabolo “pensierografia” quando, nel 1910, scoprì che alcuni individui sembrano in grado di proiettare pensieri o immagini su una pellicola fotografica, impressionandola.

Quando pubblicò, nel 1913, i risultati delle sue ricerche in “Chiaroveggenza e pensierografia“, fu accusato di frode e costretto a dimettersi dall’università. Trent’anni dopo, Ted Serios, un impiegato d’albergo di Chicago, cominciò a produrre immagini di edifici, persone e automobili, semplicemente fissando l’obiettivo di una Polaroid (di recente invenzione) e scattando la foto. Uno psichiatra di Denver, Jule Eisenbud, studiò il caso, catalogando oltre 400 delle inspiegabili immagini di Serios. La Polaroid riduce molto la possibilità di trucchi, ma Serios voleva tenere un cilindretto di carta nera davanti all’obiettivo per concentrarsi meglio, e questo insospettì. Serios non riuscì a produrre alcuna “pensierografia” mentre era sotto osservazione da parte di un mago e di due fotografi inviati da una rivista specializzata.

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