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Edward Bach e il significato della malattia
31 Ott 2019

Edward Bach e il significato della malattia

Post by Administrator

Edward Bach è famoso per le sue teorie innovative e spesso avverse al tradizionale concetto di medicina oggi ritenuto scientificamente valido nel mondo occidentale. Durante gli anni che trascorse a curare malati in ospedale, maturò la profonda convinzione che la malattia è semplicemente l’esternazione fisica e visibile di un conflitto interiore della nostra anima.

Dottor Edward Bach

Dottor Edward Bach

Durante gli anni trascorsi in ospedale a curare i malati, Edward Bach si rese conto dell’impossibilità di curare tutte le malattie allo stesso modo, perché dietro ad ogni malattia c’è un individuo diverso, dotato o meno di capacità reattive, assillato da più o meno dubbi o angosce, triste o allegro, espansivo o rinchiuso in se stesso. Anche tutte queste componenti influivano sul processo di guarigione, fornendo la spiegazione del perché certe medicine erano efficaci su un determinato individuo e non su un altro che presentava gli stessi sintomi.

Nel nostro piccolo, anche noi abbiamo sicuramente avuto occasione di notare queste diverse reazioni alle cure, anche le più banali. Un farmaco che ci fa passare il mal di testa non lo fa necessariamente passare ad un nostro conoscente. E anche su di noi le medicine non hanno sempre lo stesso effetto: il farmaco che normalmente si dimostra subito efficace, a volte richiede una dose aggiuntiva a distanza di qualche ora per eliminare finalmente il dolore.

Ma oltre a ciò, Edward Bach si accorse che la guarigione era raramente definitiva, più spesso solo apparente. Dopo un po’ di tempo il paziente ritornava con gli stessi sintomi, o addirittura con sintomi di una malattia più grave. E questo accadeva perché si tentava di rimuovere il sintomo con un farmaco, senza risalire alla causa originaria. In base a ciò, il medico inglese dedusse che la vera causa della malattia non poteva essere fisica, e quindi evidente, ma psicologica, più nascosta e più difficile da individuare. Una volta individuata, però sarebbe stato possibile rimuoverla ed essa sarebbe scomparsa.

Esaminiamo allora nel dettaglio il meccanismo di origine della malattia secondo la descrizione effettuata da Bach stesso nel suo libro “Guarisci te Stesso” (Cap. II), titolo già di per sé molto eloquente. Bach parte dal presupposto che ogni essere umano abbia un’anima, che egli chiama anche “Io Superiore” e che gli serve da guida, ascolto, stimolo e protezione. Quest’anima è una scintilla stessa del creatore. Come tale agisce solo per il nostro bene, è immortale e infallibile. È lei che guida i nostri passi nella direzione migliore per la realizzazione del nostro compito sulla Terra. Non importa se svolgiamo un lavoro umile o un lavoro di grande prestigio, se siamo principi od operai: l’importante è svolgere il compito indicatoci dalla nostra anima.

Nel momento stesso in cui l’essere umano non segue le direttive della propria anima e se ne allontana, sorge il conflitto, la vera causa dell’insoddisfazione e della malattia. Il motivo per cui si può decidere di non seguire la strada tracciata dalla propria anima è riconducibile fondamentalmente allo scontro tra le esigenze della nostra personalità e quelle di coloro che ci circondano, dei gruppi sociali, delle istituzioni e così via. Il risultato di questo scontro sono degli stati d’animo negativi (in numero di sette) che Bach definisce “malattie primarie”: odio, egoismo, crudeltà, orgoglio, ignoranza, avidità, instabilità. Questi difetti ci portano a compiere torti ed errori nei nostri rapporti col prossimo, cioè in sostanza a sovvertire quella che Bach chiama Unità, e che è il concetto centrale del suo pensiero.

Secondo la filosofia bachiana, ogni elemento della creazione è paragonabile a un raggio che si diparte dal Sole, immagine del creatore: come il raggio, che è un individuo ma non può vivere al di fuori del tutto, cioè del Sole, sua fonte di vita, luce ed energia, l’essere umano, insieme al resto del creato, esiste solo in quanto elemento di un tutto che Bach chiama Unità. Ogni volta che si agisce contro il prossimo si agisce perciò contro questa Unità e si entra in conflitto con la propria anima, che sa ciò che è bene per noi e ci tiene in contatto con gli altri esseri. Il conflitto resta per lo più latente, e l’anima ci invia di solito dei segnali che non riusciamo o non vogliamo riconoscere. La malattia è solo l’ultimo stadio di questo processo, ed è lo stato più evidente e quello che è impossibile ignorare perché porta con sé la sofferenza.

Secondo questo punto di vista la malattia e la sofferenza da essa scaturita, per quanto crudeli, sono indispensabili e benefiche. Esse ci aprono gli occhi e ci danno la possibilità di ritornare ad uno stato di equilibrio, cioè ad una condizione in cui non siamo più in grado di nuocere in alcun modo né a noi stessi né agi altri. In definitiva, le conseguenze dei nostri difetti si ripercuotono non solo su noi stessi ma anche sugli altri. Tuttavia, spiegare il significato della malattia non è sufficiente. Occorre anche, da una parte, cercare di individuare le cause che l’hanno scatenata, unica premessa questa per la guarigione, e dall’altra cercare di prevenirla.

Secondo Bach la malattia, come tutto in natura, risponde a una legge di causa ed effetto, e ha cioè la tendenza a localizzarsi in un punto ben preciso dell’organismo. Il floriterapeuta cita l’esempio del cuore, che è fonte della vita e dell’amore. Di conseguenza chi soffre di malattie cardiache sarebbe incapace di amare o lo farebbe in modo insufficiente o errato. Questa legge di causa ed effetto è quindi preziosa, perché in base al sintomo fisico si può risalire con maggiore facilità alla causa psicologica che l’ha provocato. Oggi la medicina riconosce lo stress psicologico come un fattore scatenante di molte malattie più o meno gravi. All’incirca un secolo fa, Bach sottolineava come shock, rabbia o altre forti emozioni potessero avere ripercussioni immediate e visibili sull’organismo. Ai suoi occhi non c’è quindi da stupirsi del fatto che conflitti profondi e nascosti possano scatenare una serie di malattie.

La prevenzione della malattia avviene sostanzialmente applicando le stesse regole che portano alla guarigione, e cioè coltivando con costanza le virtù che si oppongono ai nostri difetti e cercando di seguire la strada indicataci dall’anima evitando l’insorgere di conflitti interiori. Ma si può fare imparando a conoscersi e a riconoscere i mutamenti dei propri stati d’animo, che possono essere indicatori dell’avvicinarsi di una malattia. Bach infatti aveva osservato che spesso i malati mostravano un umore particolare che non era loro tipico ma che non era nemmeno insorto con la malattia: era infatti intervenuto prima dell’insorgere della malattia. In questo modo comprese che sarebbe stato possibile prevenire la malattia stessa e la sofferenza se si fosse dato retta a quei messaggi lanciati dal cambiamento di umore ma rimasti inascoltati. Per questo motivo egli insisteva molto sulla riflessione: secondo lui, ognuno dovrebbe quotidianamente fermarsi a riflettere, dedicare un momento della propria giornata a se stesso e alla propria interiorità, cercando di mettere a nudo conflitti, tensioni e quant’altro possa sconvolgere la propria personalità.

Questa sua convinzione, indubbiamente validissima, lo avvicina certamente più alla mentalità orientale che a quella occidentale. D’altra parte, a quella mentalità lo avvicina anche il fatto di considerare l’individuo come un’entità indissociabile anima-corpo. Ma poco importa inquadrare Edward Bach all’interno di questo o quel sistema filosofico. L’importante è che egli sia riuscito a ridare dignità all’individuo nel suo complesso, gli abbia insegnato a non temere la malattia e gli abbia indicato una via di speranza per raggiungere la pace interiore. Infatti Bach non si è limitato a descrivere la malattia, ma ne ha spiegato le cause scatenanti: così essa non è il fulmine a ciel sereno che può colpirci in qualsiasi momento, ma conoscendone le origini può essere prevenuta.

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