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Vladimir Durov: l’uomo che parlava agli animali
18 Giu 2019

Vladimir Durov: l’uomo che parlava agli animali

Post by Administrator

Vladimir Durov, nato nel 1863 a Mosca, in Russia, divenne famoso per la sua capacità di parlare agli animali attraverso una comunicazione esclusivamente telepatica. Tra i vari animali con i quali sperimentò questa sua capacità vi era Pikki, una piccola fox-terrier femmina, particolarmente sollecita nel rispondere ai comandi del suo padrone.

Vladimir Durov

Vladimir Durov

Supponiamo di avere il seguente compito da svolgere: fare in modo che un cane vada a prendere un libro posato su un tavolo. Lo chiamo, ed egli viene. Prendo il suo muso tra le mie mani come per inculcargli simbolicamente la convinzione che si trova completamente in mio potere. Volto il cane verso di me con gesto imperioso e lo guardo fissamente negli occhi, guardo dentro di lui. Mentalmente gli presento il percorso che dovrà seguire per raggiungere il tavolo, poi le gambe del tavolo, poi la tovaglia, e infine il libro. Il cane sta già diventando visibilmente nervoso. Cerca di liberarsi. Mentalmente gli do il comando, o meglio la spinta mentale: “Va!”. Si stacca da me come un automa, si avvicina al tavolo, afferra il libro tra i denti. Il compito è stato eseguito“.

Questo brano eccezionale è tratto dal libro “I miei amici quadrupedi e volatili” del russo Vladimir Durov, ammaestratore di animali da circo e pioniere nell’esplorazione delle potenzialità extrasensoriali degli animali. Questo testo, risalente all’inizio del secolo scorso è, in realtà, la descrizione di un procedimento ripetuto innumerevoli volte con uno degli animali più dotati di Durov. Questo animale, il più famoso e dichiaratamente il più sollecito nel rispondere ai comandi senza parole di Durov (e in seguito a quelli di altri sperimentatori), era un piccolo fox-terrier femmina, di nome Pikki. Il professor Vladimir Bechterev, il neurologo al quale Durov portò i suoi cani per farli esaminare poco prima della Prima Guerra Mondiale, descrisse Pikki come una cagnetta “molto agile e vivace“. In realtà, le presunte imprese di Pikki avevano già suscitato un interesse considerevole. Ma fu solo in base alle prestazioni dell’animale di fronte al professor Bechterev e ai suoi colleghi che alcuni scienziati russi incominciarono ad essere seriamente incuriositi dalla teoria sostenuta per anni da Durov e cioè che potrebbe esistere una forma di comunicazione muta e senza segnali tra esseri umani e animali.

In apparenza totalmente obbediente agli ordini muti del suo padrone e di altre persone, Bechterev compreso, Pikki senza farsi troppo pregare andava a prendere un fazzoletto dalle mani di uno spettatore, o un guanto dal grembo di un altro, si arrampicava su un tavolo, toccava con la zampa il ritratto di uno sconosciuto e prendeva uno spartito da un pianoforte. Tutti questi compiti venivano mentalmente trasmessi, secondo gli scienziati russi, con grande attenzione, per evitare qualsiasi suggerimento involontario attraverso il movimento degli occhi o l’espressione del viso. Una volta si ordinò a Pikki di aggredire un lupo di pezza appoggiato in un angolo della stanza; l’animale lo fece, e con grande ferocia. Più tardi, siccome qualcuno pensava che Durov avesse involontariamente suggerito l’attacco con l’espressione del viso, l’esperimento fu ripetuto, e questa volta Durov adottò un’espressione allegra, in contrasto con il suo comando mentale. Nonostante ciò, Pikki riparti all’attacco come aveva fatto precedentemente. Anche quando si trovava da sola, con una persona del tutto ignara dell’esperimento, la cagnetta continuava a seguire le istruzioni ricevute, raccogliendo un foglio di carta e poi correndo verso una sedia esattamente come le era stato ordinato.

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