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Le rune: l’antico alfabeto degli dei
25 Mar 2017

Le rune: l’antico alfabeto degli dei

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Le rune sono un insieme di simboli che costituiscono le lettere di un alfabeto utilizzato nei paesi del nord Europa a partire dal II secolo d.C. Sin dall’antichità alle rune sono state associate proprietà magiche e divinatorie. Attualmente si conoscono all’incirca 5.000 iscrizioni runiche la maggior parte delle quali si trovano in Svezia.  

Divinazione con le Rune

Divinazione con le Rune

Le rune sono i simboli di un alfabeto utilizzato in Europa settentrionale a partire dal II secolo d.C. I caratteri sono formati prevalentemente da linee diritte, adatte ad essere incise su superfici dure, come legno, pietra, osso o metallo. Simboli runici sono stati ritrovati su pietre tombali, spade, urne funerarie, armature e gioielli, ma anche su semplici oggetti domestici.

Le rune variano per numero, nome e forma. L’originario alfabeto runico tedesco consisteva di 24 rune, ma all’inizio del IX secolo, in Northumbria, gli Anglosassoni lo estesero a 33 caratteri, ridotti successivamente a 16 dai Vichinghi. I testi scritti con caratteri runici risultano spesso astrusi e di difficile decifrazione, ciò ha condotto numerosi “runologi” a interpretare diverse iscrizioni come “formule magiche”, una spiegazione avvalorata dal fatto che “runa” significa “segreto” o “mistero”.

Nell’antica letteratura scandinava le rune erano collegate al dio Odino, il quale, per ottenere il controllo su di esse, rimase appeso ad un albero con gli speroni per nove giorni e nove notti. In un noto poema, si narra di Odino che intaglia e dipinge rune per rianimare un cadavere appeso ad una forca oltre ad utilizzarle per evocare spiriti affinché predicessero il futuro, pratica antichissima conosciuta col nome di negromanzia. Da questo episodio i runologi dedussero che le rune fossero in origine di natura magica e che gli esperti in materia fossero dei maghi.

Fra il 1900 e il 1933, la natura magica dell’alfabeto runico fu sostenuta da occultisti tedeschi, i quali identificarono nelle “rune germaniche” uno dei simboli principali del nazionalismo imperante in quel periodo. I “capi segreti” dell’Ordine Germanico Antisemita, fondato nel 1912, arrivarono perfino a firmarsi in runico. In seguito, le rune ritornarono in auge grazie al movimento New Age affermatosi nella seconda metà del XX secolo. In tale ambito vengono utilizzate spesso come metodo di divinazione o di meditazione.

Oggi gli archeologi sono propensi a ritenere che nell’Europa settentrionale le rune fossero usate sia a scopi magici, sia per comunicazioni non legate alla magia, come epitaffi, marchi di proprietà, brevi messaggi e semplici graffiti. Delle 5.000 iscrizioni runiche scoperte, la maggior parte si trova in Svezia. Nel corso del medioevo in molti paesi l’utilizzo delle rune fu vietato in quanto considerate di origine pagana, ma altrove ottennero la benedizione della Chiesa. Nell’Inghilterra anglosassone, per esempio, le pietre tombali runiche cominciarono ad apparire solo con l’era cristiana.

Alcuni oggetti molto antichi, come fibbie, spade e scudi riportano frequentemente le parole “alu” (ovvero “protezione”) e “laukar” (traducibile come “crescita delle piante e fertilità”). Queste parole possono aver avuto un significato magico, per cui trasformavano in amuleto l’oggetto su cui erano scritte. Come l’alfabeto latino, se scritto per intero, quello runico serviva a scacciare i demoni. Come spesso accade nelle antiche scritture, si tratta di simboli misteriosi il cui significato profondo è appannaggio di pochi iniziati.

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