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Grimori, gli antichi libri di magia rituale
28 Ott 2019

Grimori, gli antichi libri di magia rituale

Post by Administrator

Con il termine “grimori” si indicano gli antichi libri di magia rituale. L’origine di molti di essi si perde nella notte dei tempi mentre di altri ne conosciamo la provenienza e l’autore. Questi antichi testi, spesso dal linguaggio oscuro ed enigmatico, erano veri e propri manuali di magia utilizzati da maghi, stregoni ed occultisti.

Grimori

Grimorio

L’iconografia popolare ha sempre rappresentato il mago immerso in libri di magia, i cosiddetti grimori, costellati di segni cabalistici che lui solo riusciva a decifrare. Dal XIII al XV secolo circolarono clandestinamente in Europa misteriosi manoscritti, ricchi della sapienza degli antichi mescolata con le superstizioni e i segreti popolari, libri di ricette terapeutiche e di formule evocatorie per gettare o scongiurare il malocchio.

Il mago tedesco Cornelius Agrippa, che insegnava le virtù del quadrato magico e diceva che “la magia è una vera scienza, la filosofia più elevata e più misteriosa, in una parola la perfezione e il compimento di tutte le scienze naturali“, e altri grandi maghi celebri come il teologo Alberto Magno, il monaco inglese Ruggero Bacone, il “dottore illuminato” Raimondo Lullo e l’abate Trithemius, in particolare, lasciarono famosi grimori in cui il fantastico si mescola con l’osservazione pratica (già scientifica come procedimento) e un incredibile amalgama di formule rituali, in ebraico e in latino, di operazioni cerimoniali e di amuleti dai singolari disegni.

Tra i grimori più noti citiamo:

  • II Grande e il Piccolo Alberto. Fu a lungo la bibbia degli stregoni di campagna: racchiudeva molte verità da decifrare, comprensibili solo agli iniziati, ma anche i segreti delle virtù delle piante, delle pietre, delle pelli e dei visceri degli animali.
  • Il Drago Rosso. In questo grimorio di magia pratica, di esercizi magici, probabilmente di origine ebraica, si trovano una tavola dei giorni fasti e nefasti, indicazioni per praticare la necromanzia (l’arte di far parlare i morti per predire l’avvenire) ed evocare il Diavolo, numerose ricette per favorire la riuscita o indovinare l’avvenire, grazie all’astrologia o allo “specchio di Salomone”. Il testo sul “segreto per rendersi invisibili” descrive il mitico anello di Gige e così termina: “L’anello e le parole magiche sono andati perduti“.
  • La Gallina Nera. In quest’opera si impara a invocare, a mezzanotte, il Diavolo nei crocevia, al centro di un cerchio, sacrificando una gallina nera (che non abbia mai fatto uova) con molte orazioni: “Lo spirito immondo comparirà allora rivestito di un abito scarlatto gallonato, di un farsetto giallo e di brache color verde acqua. La testa, che assomiglierà a quella di un cane con orecchie d’asino, avrà due corna: le gambe e i piedi saranno come quelli di una vacca. Egli vi chiederà i vostri ordini“.
  • Il Rituale di alta magia. È opera del celebre medico, avvocato e mago tedesco Heinrich Comelius Agrippa von Nettesheim, che visse dal 1486 al 1535 e fu protetto da Leone X. Papa molto interessato alle operazioni magiche. Il trattato è una miscellanea di astrologia, di orazioni e di scongiuri per far comparire spiriti e demoni nei diversi giorni e ore della settimana. Esso termina più prosaicamente con un elenco di “segreti occulti” per custodire i greggi, non farsi derubare, salvaguardarsi dal fuoco, dalla scabbia, dalle febbri, dalla gotta o dall’emorragia e, ovviamente, per favorire l’amore.
  • La Clavicola di re Salomone. A dispetto del nome, anche quest’opera viene attribuita a Cornelius Agrippa e vi si ritrovano brani di una conoscenza perduta. La Clavicola di re Salomone è fortemente impregnata di magia cabalistica. Il libro, ornato da disegni e riempito di formule dalla consonanza ebraica, espone il modo di entrare in comunicazione con gli angeli e gli spiriti a certe ore e in certi giorni. Materiale raccomandato per il rituale: una spada, uno stilo, un cesello, un temperino, due coltelli, una tazza, uno scrittoio, un fornellino e due bastoncini sacri.

Molti altri grimori furono scritti nel corso dei secoli successivi: tra i più recenti, vanno citati: “Dogma e rituale di alta magia” di Eliphas Levi, “Trattato di magia pratica” di Papus, “Tarocchi” di Oswald Wirth. Tutti questi libri risalgono alla fine del XIX secolo o ai primi anni del XX secolo. Confermano una sete di iniziazione a verità superiori alla condizione umana e sono la testimonianza che la ricerca del segreto della creazione è un sogno che si tramanda di generazione in generazione.

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