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Inspiegabili sparizioni nel Triangolo delle Bermuda
4 Giu 2019

Inspiegabili sparizioni nel Triangolo delle Bermuda

Post by Administrator

Tra la miriade di fatti misteriosi e inspiegabili che costellano la storia antica così come quella moderna, il Triangolo delle Bermuda è un enigma che ancora oggi lascia increduli e senza parole. Il mito del “triangolo maledetto” iniziò con una serie di articoli pubblicati nel 1964 che raccontavano della scomparsa di numerosi velivoli in transito nella zona.  

Triangolo delle Bermuda

Sparizioni nel Triangolo delle Bermuda

Tra i tanti misteri che aleggiano sugli oceani del mondo, nessuno è più noto o forse meno capito di quello che avvolge una parte dell’Oceano Atlantico occidentale: il Triangolo delle Bermuda. Secondo la leggenda centinaia di navi e migliaia di esseri umani sono svaniti in quel sinistro cimitero marino che si estende tra la Florida, l’arcipelago delle Bermuda e Portorico. Il numero delle scomparse, a quanto si dice, supera di gran lunga il calcolo delle probabilità. Eppure, sembra che non vi siano ragioni per le quali il triangolo delle Bermuda debba essere una trappola mortale e vi sono ancora meno ragioni per spiegare i pochi indizi lasciati dalle vittime.

Quasi tutte le teorie immaginabili sono state avanzate per spiegare la “maledizione del Triangolo delle Bermuda”. Alcuni hanno suggerito che potrebbe essere una zona di deviazione magnetica e gravitazionale tale che le radio smettono di funzionare e le bussole danno indicazioni sbagliate. Altri invocano radiazioni provenienti da macchinari ancora funzionanti nel continente perduto di Atlantide. E molti autori hanno avanzato l’ipotesi che il Triangolo delle Bermuda potrebbe essere un terreno di caccia per predatori dello spazio. Qual è la verità?

Per quanto sorprendente, la cattiva reputazione del Triangolo delle Bermuda è abbastanza recente. Lungi dall’essere una leggenda immemorabile, sembra che abbia avuto origine da un articolo scritto da Vincent H. Gaddis per la rivista Argosy nel 1964. Altri articoli di altri scrittori, i quali per lo più si muovevano sulla scia di Gaddis ben presto gli fecero seguito. Nessuno forse si lasciò sedurre dal Triangolo delle Bermuda più del defunto Ivan T. Sanderson, scrittore prolifico di libri sull’occultismo. Sanderson non solo accettò pienamente le tesi di Gaddis, ma lasciò anche intendere che il Triangolo delle Bermuda fosse soltanto una delle tante regioni misteriosamente letali, “orridi vortici” come le chiamava, sparse su tutto il globo a intervalli più o meno regolari.

Già nel 1973, l’ipotesi di un “Triangolo delle Bermuda” aveva fatto talmente presa sull’immaginazione del pubblico che l’autorevole Enciclopedia Britannica decise di dedicargli una voce. Quello stesso anno fu pubblicato il primo best-seller sull’argomento: l’edizione tascabile di “Limbo of the Lost” di John Wallace Spencer. L’anno successivo uscì il maggior best-seller di tutti, “Bermuda: il triangolo maledetto” di Charles Berlitz. Poi, nel 1975, Lawrence D. Kusche pubblicò una smentita clamorosa: “The Bermuda Triangle Mystery Solved“. Come nota Kusche nel suo libro, la prima domanda da porsi è anche quella fondamentale: esiste veramente un mistero? Kusche ha minuziosamente analizzato tutti i rapporti di scomparse di navi e di aerei nel Triangolo delle Bermuda sin dal 1800 e ha scoperto che molte delle cosiddette scomparse inspiegabili non erano mai avvenute oppure che erano perfettamente spiegabili. In quanto al resto, il numero e la frequenza non eccedevano le probabilità statistiche per simili zone oceaniche.

Tipica la sua analisi di uno dei casi più famosi del Triangolo: l’incidente della pattuglia scomparsa. Secondo la leggenda, cinque bombardieri Grumman Avenger di base a Fort Lauderdale, tutti guidati da piloti ed equipaggi esperti, scomparvero nel Triangolo delel Bermuda durante un normale volo di pattuglia, il 5 dicembre 1945. Il capo squadriglia aveva chiamato poco prima la torre di controllo di Fort Lauderdale per riferire che si erano persi: “Non so da che parte sia l’ovest. Tutto è sbagliato, strano. Non possiamo essere sicuri di alcuna direzione. Perfino l’oceano non sembra quello che dovrebbe sembrare“. Alle 4:25 pomeridiane un’altra voce chiamò la base: “Dobbiamo essere a circa 225 miglia a nord-est della base. Sembra come se fossimo…“. Poi cadde il più assoluto silenzio. Immediatamente fu mandato alla loro ricerca un idrovolante Martin Mariner con 13 uomini a bordo. Dopo poche normali comunicazioni, anche il Mariner rimase silenzioso. Non fu mai trovata alcuna traccia degli Avengers e nemmeno del Mariner.

Ora, che gli Avengers e il Mariner siano scomparsi, è una cosa fuori dubbio. Ma Kusche scoprì, leggendo attentamente le 400 pagine del rapporto della marina, che quasi tutti gli altri particolari della famosa vicenda erano inesatti. I piloti degli Avengers non erano aviatori esperti: erano tutti allievi, salvo il tenente Charles Taylor, capo squadriglia, e questi non conosceva la zona. Sembra che nessuna delle comunicazioni via radio menzionate sia stata fatta. Le vere comunicazioni di Taylor indicavano che la sua bussola funzionava male e che si era decisamente perso. Verso le 8 di sera, con il tempo cattivo e l’oscurità della notte, gli Avengers erano rimasti a corto di carburante e si erano inabissati.

L’idrovolante Mariner non prese il volo prima delle 7:27 pomeridiane quando era già buio. Circa 20 minuti dopo, alcuni osservatori a bordo del vapore Gaines Mills riferirono di aver visto un’esplosione in cielo. Purtroppo, i Mariner erano soggetti a simili incidenti; alcuni piloti li chiamavano perfino “taniche di benzina volanti!“.

Certo l’incidente della pattuglia perduta è senz’altro strano, ma se l’analisi di Kusche è esatta, non è affatto inspiegabile. Come dice Kusche della leggenda del Triangolo delle Bermuda: “È nata a causa di una ricerca affrettata ed è stata costruita e perpetuata da scrittori che, sia di proposito, sia inconsapevolmente, hanno fatto uso di concezioni erronee, ragionamenti sbagliati e sensazionalismo“. La guardia costiera statunitense appoggia le vedute di Kusche. In un comunicato stampa ufficiale, un portavoce ha detto: “le forze combinate della natura e l’imprevedibilità dell’uomo superano molte volte ogni anno la più incredibile delle fantascienze“.

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