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Stonehenge: il mistico santuario di pietra
19 Mar 2017

Stonehenge: il mistico santuario di pietra

Post by Administrator

Il complesso megalitico di Stonehenge rappresenta uno dei più famosi monumenti del pianeta. La struttura affonda le proprie radici nel IV millennio a.C. quando ignoti costruttori diedero il via alla sua realizzazione. Nonostante i numerosi studi ai quali è stato sottoposto, il suo utilizzo rimane ancora non del tutto chiarito.

Tramonto a Stonehenge

Megaliti di Stonehenge

Stonehenge è una potente calamita. Persone di tutti i tipi sono attratte dalla particolare atmosfera di queste enormi ed antiche pietre, dagli archeologi in possesso di conoscenze specialistiche che cercano di indagarne i misteri ai normali cittadini che desiderano semplicemente visitare un luogo magico. Eppure Stonehenge resta uno strabiliante enigma, e neppure i migliori cervelli del mondo, sono riusciti a scoprire il fine segreto di questo monumento. I sassoni denominarono il gruppo di pietre erette “Stonehenge” ossia “Pietre sospese”, mentre gli scrittori medioevali si riferirono ad esse come la “Danza del Gigante”.

Inigo Jones, il famoso architetto del XVII secolo che compì le prime serie ricerche sul luogo, riteneva che fosse un tempio romano. William Stukeley, un antiquario del XVIII secolo, convinse molti che Stonehenge fosse un antico tempio druidico. È solo nel XX secolo che gli archeologi sono riusciti a stabilire la reale età del monumento e a giungere a conclusioni più realistiche sulla sua destinazione.

L’aperta campagna del Wiltshire che circonda Stonehenge, nel cuore dell’Inghilterra meridionale, è ricca di resti preistorici. Woodhenge, Durrington Walls, il Cursus e oltre 350 tumuli sono altrettante testimonianze dell’intensa attività comunitaria dei pastori seminomadi che allevavano bestiame, coltivavano il frumento e adoravano i loro dei nella pianura di Salisbury. Essi cominciarono a costruire Stonehenge verso il 3500 a.C.

Alcuni archeologi britannici, e in particolare Richard Atkinson, stabilirono negli anni ’50 che la prima costruzione di Stonehenge fu un argine circolare con fossato e 56 buche, oggi note come Aubrey Holes, disposte ad anello attorno al perimetro. La prima pietra verticale fu la Heel Stone, eretta fuori dall’unica entrata alla singolare opera. La seconda Stonehenge fu iniziata due secoli dopo o più tardi. I nuovi costruttori tracciarono un viale di argini paralleli che collegava il cerchio al fiume Avon, distante circa 3,2 Km. Essi trasportarono 80 massi di turchese dalle Preshelly Mountains, nel Galles sud-occidentale a 320 Km di distanza. I grossi blocchi di pietra furono probabilmente trasferiti su zattere lungo la costa gallese. Dopo aver transitato per i corsi d’acqua locali e sulla terraferma, essi furono infine trainati su rulli lungo il viale di Stonehenge, dove vennero drizzati a formare due cerchi.

I cerchi di turchese furono poco tempo dopo smantellati e sostituiti dalle gigantesche pietre che oggi ancora dominano il luogo con la loro mole. Dato che alcuni dei megaliti pesano pressappoco 26 tonnellate, trasportarli dal nord del Wiltshire deve essere stata un’impresa grandiosa, comportante l’impiego di una massiccia mano d’opera. Gli uomini che si occuparono della costruzione erano esperti artigiani: modellarono e collocarono accuratamente le architravi che coprono ognuna delle due pietre verticali, facendo uso di giunti a incastro. I triliti, così detti perché costituiti da tre pietre ciascuno, furono eretti nella forma a cerchio e a ferro di cavallo ancora oggi visibile.

Le pietre di turchese smantellate furono in seguito rimontate all’interno del cerchio di megaliti e costituiscono oggi i piccoli blocchi colonnari, sminuiti dalla grandiosa mole dei megaliti. All’esterno del cerchio principale furono scavate delle buche per l’erezione di un doppio cerchio di turchesi, ma per qualche motivo al progetto non venne dato seguito. Le ultime modifiche ebbero luogo all’incirca 1.500 anni dopo l’inizio di Stonehenge: i massi di turchese furono nuovamente tolti e ricollocati nella loro attuale posizione all’interno del cerchio. Contemporaneamente, la pietra oggi nota come Pietra dell’Altare, un grosso masso di arenaria verde proveniente anch’esso dal sud del Galles, fu infissa di fronte ad uno dei triliti.

L’elaborata progettazione e la perizia dei costruttori, così come le migliaia di ore di lavoro dedicate alla sua erezione, dimostrano la grande importanza attribuita a Stonehenge. La circostanza che gli architetti abbiano fatto ricorso al turchese e all’arenaria verde del Galles indica forse che i megaliti costituivano un elemento essenziale della struttura. Stonehenge non era evidentemente destinata ad essere un semplice punto di incontro per la gente del luogo. Qual era allora lo scopo del monumento? Alcuni suggestivi indizi parrebbero suggerire le sue possibili funzioni. Il sole di mezza estate sorge tra la Heel Stone e un’altra pietra oggi non più visibile. Può darsi che in quella significativa stagione dell’anno la prima costruzione di Stonehenge servisse ad esporre i resti degli antenati al sole dispensatore di vita. Le sepolture dei defunti cremati rinvenute nei 56 Aubrey Holes provano che i riti funerari venivano compiuti qui. Le buche simboleggiavano forse dei punti di accesso al regno sotterraneo dei morti.

L’astronomo americano Gerald Hawkins si è servito di un computer per decodificare gran parte delle file di pietre, ed ha concluso che Stonehenge era un sofisticato strumento di osservazione dei cieli. È però discutibile la precisione di simili osservazioni e addirittura l’interesse degli antichi per indagini scientifiche di tipo moderno. È più probabile che la loro preoccupazione fosse quella di stabilire un calendario base e registrare i movimenti dei corpi celesti per finalità religiose.

Gli edificatori di Stonehenge non erano popoli primitivi con vita e interessi agresti. Benché non abbiano lasciato testimonianze scritte, è certo che avessero grandi conoscenze e abilità. Forse la reale funzione di Stonehenge non è stata ancora supposta da nessuno. Può darsi che abbia ragione John Michell, scrittore e ricercatore esoterico inglese, quando suggerisce che Stonehenge fosse un “tempio cosmico dedicato alle dodici divinità dello zodiaco che rappresenta la cosmologia ideale, la perfetta e completa immagine dell’universo“.

Sebbene il tempio di Stonehenge sia stato abbandonato circa 3.000 anni fa, esso è giunto fino a noi in buone condizioni e ancora permeato di magia. Si favoleggia che sia stato mago Merlino ad innalzare le pietre. La gente del posto ha creduto per molto tempo che i massi avessero poteri di guarigione che, una volta trasmessi all’acqua, sarebbero stati in grado di curare qualsiasi infermità. Per secoli vi hanno avuto luogo raduni rurali e per ottant’anni i druidi moderni (che non hanno nulla a che fare con l’originaria classe sacerdotale celtica) hanno celebrato a Stonehenge il solstizio d’estate. E per una ventina d’anni, ogni giugno, migliaia di persone si sono riunite per la festa locale. Ma nel 1985 le autorità hanno vietato entrambe le manifestazioni per la paura che le pietre e il paesaggio circostante subissero danni.

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