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Quali sono le differenze tra talismani ed amuleti?
30 Dic 2016

Quali sono le differenze tra talismani ed amuleti?

Post by Administrator

Sin dalla più remota antichità l’uomo ha riposto fiducia nel magico potere di talismani e amuleti, oggetti di varia tipologia capaci di difendere il loro possessore da sortilegi ed influenze negative di ogni sorta. Non molti sanno che i due termini non sono sinonimi ma nascondono una profonda e significativa differenza.

Sigillo dell'Arcangelo Uriel

Sigillo dell’Arcangelo Uriel

Fin dal momento in cui l’uomo ha preso coscienza di sé ha avvertito di essere circondato da manifestazioni incomprensibili, nelle quali si è sentito immerso senza poterne individuare la natura. Ha perciò tentato di propiziarsi quelle forze che riteneva benefiche e di proteggersi da quelle malefiche. Sentendosi pressato dalle vicende e dalle esigenze umane e dovendo lottare contro le avversità della vita ha concepito l’intero creato a sua immagine ed è stato indotto ad attribuire un’anima a tutto ciò che lo circondava. Ha personalizzato così oggetti concreti e vicende astratte, creando i suoi miti, proponendosi dei simulacri da poter combattere o da poter utilizzare a proprio vantaggio. In certi antichi riti, ancora oggi in uso presso alcune tribù primitive, vengono utilizzate strane, orripilanti acconciature, maschere orrende e grottesche, danze con figurazioni aggressive, etc. L’intento è appunto quello di spaventare gli invisibili nemici apportatori di disgrazie.

Questo conflitto che l’uomo terrorizzato dall’ignoto, ha sempre sostenuto contro tutto ciò che gli appare oscuro, inspiegabile e, in quanto tale, minaccioso, ha fatto nascere il bisogno di creare e concretizzare con qualcosa di tangibile uno scudo cui affidare la propria difesa. Qualcosa di significativo che facesse parte del mondo sensibile. Da antiche esperienze, dai tentativi di penetrare l’essenza delle forze negative (presunte o reali), da superstizioni e leggende, sono nati così i “talismani”, oggetti elaborati con riti mistici e magici, e costruiti secondo precise regole imposte dagli arcani misteri dell’arte magica.

Secondo le tradizioni tramandate da tale arte, i talismani sono oggetti strettamente personali, costruiti espressamente per una data situazione relativa a un dato individuo e richiedono, pertanto, una specifica, accurata preparazione. I primi talismani furono probabilmente pietruzze incise, pezzetti di pelle o di cuoio vergati con segni propiziatori. Oggetti insomma legati per analogie contingenti o lontane, a fatti o situazioni che per pura casualità avevano fatto assumere loro un valore mistico o esoterico e ai quali superstizioni o credenze oscure attribuivano particolari facoltà protettive. Con lo scorrere del tempo però i talismani hanno assunto forme più elaborate e specifiche e, probabilmente per influenze di natura alchemica, furono i metalli ad avere una parte preponderante nella loro costruzione.

Il principio da cui parte l’arte talismanica è che l’uomo è fatto di argilla. Da ciò si deduce che l’essere umano contiene in sé tutti gli elementi, fra cui ovviamente anche i metalli (il che biologicamente risponde a verità poiché nel corpo umano è presente un 3% circa di sodio, calcio e potassio, oltre all’1% di oligoelementi, elementi cioè che entrano a far parte di un organismo vivente in tenue tracce, quali ferro, oro, rame, piombo e altri). Partendo dai due concetti fondamentali della magia e cioè che il simile agisce sul simile e il contiguo sul contiguo, i metalli presenti nei talismani avrebbero appunto la funzione di entrare in sintonia con i metalli contenuti nel corpo umano producendo i risultati voluti. Pare che gli antichi alchimisti ritenessero che uno squilibrio nei metalli contenuti nel corpo predisponesse l’individuo ad assorbire forze negative.

I metalli che costituiscono il talismano sarebbero attivati attraverso un processo di “purificazione alchemica” e dalla “consacrazione”, ottenuta con il rituale magico. Verrebbero così messi in sintonia “personalizzata” con le vibrazioni fisiologiche, mentali e psichiche del soggetto e assumerebbero un valore attivo che innescherebbe le facoltà protettive del talismano stesso. Per costruire un talismano vanno dunque calcolate al milligrammo le dosi dei vari metalli di volta in volta usati. Dosi che variano a seconda dello scopo per cui il talismano viene richiesto e a seconda della data di nascita della persona cui è destinato, poiché (secondo il procedimento di costruzione) la quantità dei metalli fusi deve diminuire proporzionalmente, via via che la data di nascita si avvicina alla fine dell’anno solare.

Il talismano va inoltre costruito in precisi giorni e periodi e durante determinate fasi lunari. Ogni talismano deve essere fuso in un crogiolo nuovo, che viene usato una sola volta e poi distrutto. L’operatore deve poi tener conto dei vari fattori che, durante il processo di fusione, concorrono alla diminuzione del peso dei metalli, come l’evaporazione ad alte temperature e, nel processo di purificazione alchemica, la perdita delle scorie. Deve calcolare minuziosamente il tutto perché l’oggetto, una volta finito, mantenga le sue prestabilite caratteristiche di peso e di proporzioni metalliche.

I talismani non vanno confusi con gli amuleti che sono, in definitiva, quelli che comunemente vengono chiamati “portafortuna”. La differenza consiste nel fatto che, mentre all’amuleto vengono attribuiti poteri magici passivi, cioè unicamente difensivi e per di più generici e non personalizzati (uno stesso amuleto dovrebbe essere un portafortuna per chiunque), al talismano vengono invece attribuiti poteri magici attivi. Il talismano avrebbe cioè il potere di influire sui fatti modificandoli e sulle persone stimolandole a reazioni positive sia mentali, che psichiche, che fisiologiche. Il comunissimo cornetto di corallo o la medaglietta con il numero 13, dozzinalmente fabbricati, sono amuleti, mentre il talismano è espressamente costruito e non può essere prodotto in serie.

L’idea di portare con sé un oggetto portafortuna (un amuleto appunto) è tutt’oggi viva e diffusa. Anche se molti razionalmente respingono il concetto di amuleto, tuttavia vi fanno ricorso sotto la spinta di pulsioni inconsce. Si verifica una sorta di “adagiamento mentale” e, sul filo della considerazione: “non ci credo, ma non si può mai sapere“, si può dire che non vi sia persona che non abbia avuto un oggetto al quale attribuiva poteri protettivi. Ciò si riscontra soprattutto nei momenti di difficoltà e di pericolo. Durante la Prima Guerra Mondiale, per esempio, si potrebbe affermare che non esistesse soldato che non tenesse su di sé, celato nel proprio abbigliamento o in qualche tasca sicura, un oggetto con funzioni di amuleto. Vi erano addirittura tendenze e simpatie diverse a seconda dei popoli. I soldati inglesi prediligevano un pezzetto di pelle di gatto nero; gli austriaci ali di pipistrello cucite all’interno dell’uniforme; i tedeschi rametti di felce imbevuti di una goccia del proprio sangue. I francesi preferivano un luigi d’oro, ritenuto, fra l’altro, efficacissimo contro le mutilazioni; gli italiani delle ossa di morto (piccoli frammenti cranici, falangi, etc) talvolta infilate quasi a formare un rosario. Fra i civili, gli oggetti collegati alla tragedia della guerra avevano assunto ovunque un significato di scaramanzia. Erano infatti considerati oggetti protettivi i proiettili estratti dal corpo di un ferito, le schegge di granata, i bottoni e le stellette di soldati caduti gloriosamente.

Amuleto Egizio

Amuleto Egizio

Sarà capitato a tutti di affezionarsi a un piccolo oggetto, di abituarsi ad averlo sempre con sé e di sentire la mancanza quando lo si è dimenticato o, ancor peggio, perduto. Si rinnovano così quelle stesse pulsioni che spinsero l’uomo a cercare in un oggetto, legato consciamente o inconsciamente a qualche avvenimento positivo, il testimone di una protezione arcana che mitigasse il suo timore per l’ignoto. Non esiste, ad esempio, oggigiorno, attore che non abbia il suo piccolo amuleto, dai più diffusi, come la zampa di coniglio, il ciondolino con il gobbetto, il ferro di cavallo, il cornino di corallo, etc, ad oggetti più specificatamente personali come medagliette, immagini sacre (e qui la superstizione si camuffa da misticismo) o altri oggetti d’ogni genere, legati a un ricordo o a particolari vicende. Lo stesso discorso vale per atleti e sportivi e per chiunque pratichi attività impegnative, pericolose e competitive. Sappiamo, del resto, come sia fiorente quel particolare commercio che si regge proprio sui portafortuna, specie se “consacrati” da un “mago”.

Secondo la teoria dell’arte magica, l’amuleto ha un’efficacia, la quale proviene da una carica di energia che l’occultista è in grado di trasferire su di esso con i propri poteri. Questo trasferimento di energia va operato con precisi e particolari rituali sul singolo oggetto. Sul talismano si concentrano diverse energie che, richiamate ed elaborate dall’operatore lo trasformano, da materia inerte, in un vitalizzato e palpitante condensatore di benefici influssi. I talismani sono oggetti attivi, che hanno lo specifico compito di agire per una determinata situazione; l’uomo per il quale sono costruiti diventa compartecipe di essi in quanto l’oggetto è a sua misura e a misura delle sue esigenze, tanto che può essere considerato simbioticamente legato a lui. L’amuleto invece ha una funzione più che altro passiva, di difesa, e sarebbe detentore, in senso lato, di una forza magica in virtù della quale offre una potenza protettiva, che si realizza nel rapporto tra chi lo porta e le energie cosmiche. L’amuleto avrebbe la funzione di concentrare e fissare tutte le energie astrali positive, ponendo l’uomo che lo possiede nel punto focale di tali forze, potenziando la sua vitalità e procurandogli una migliore condizione dopo la morte.

Se è impensabile poter cedere ad un’altra persona il proprio talismano, poiché perderebbe ogni potere e potrebbe inoltre venire usato come appoggio per operare malefici contro il primo legittimo possessore, l’amuleto può al contrario essere donato in quanto è solo un concentratore generico di forze benefiche. L’idea dell’amuleto è stata sempre presente nelle credenze di tutti i popoli e di tutte le civiltà. Legata anche a impostazioni misticheggianti, fa parte di tutte le tradizioni magico-religiose. Vediamo per esempio le mummie egizie coperte di ogni genere e forma di amuleti (d’oro e d’altri metalli, di coccio, di pietra, di pelle, di pietre preziose) collocati accanto o sul corpo del defunto per proteggerne e preservarne l’immortalità, dopo averlo protetto nella vita terrena da sciagure sia fisiche che spirituali.

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