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L’antico rituale romano dell’esorcismo
14 Set 2018

L’antico rituale romano dell’esorcismo

Post by Administrator

Gli scettici tendono a relegare le manifestazioni di possessione diabolica a casi di malattia psichica mentre altri credono che si tratti effettivamente di fenomeni di carattere sovrannaturale. Nel 1614 venne pubblicato il “Rituale Romano dell’Esorcismo” ancora oggi utilizzato dai sacerdoti della Chiesa Cattolica che praticano tale rito. 

Rituale Romano dell'Esorcismo

Rituale Romano dell’Esorcismo

Fin dagli esordi della nostra epoca il tema dell’esorcismo suscitò frequenti e complesse controversie di carattere teologico tra i grandi pensatori cristiani e i cosiddetti Padri della Chiesa. Gli uni dibatterono sull’esistenza del fenomeno della possessione, gli altri, la grande maggioranza, lo accettarono come tale. Di conseguenza gli uni propendevano per le pratiche esorcistiche, gli altri si mostravano scettici in merito.

È certo che nei vangeli si narra che Cristo scacciava i demoni dal corpo di uomini, il che fu sufficiente affinché i suoi seguaci provassero ad imitarlo. D’altra parte, la pratica dell’esorcismo si rifà a tempi remoti. Per molti secoli l’esorcismo fu una pratica particolarmente diffusa nel mondo cristiano. Qualsiasi comportamento anomalo veniva risolto con l’intervento del sacerdote esorcista. Constatando però che non tutti i matti né gli isterici erano necessariamente posseduti, la Chiesa non tardò ad intervenire sull’argomento, cercando di regolamentarlo.

Dal 1614 i sacerdoti dovettero attenersi alle norme del Rituale Romano dell’Esorcismo, mentre prima di allora ogni esorcista agiva individualmente a seconda delle circostanze. Dal 1614 si adottò una procedura più rigida. In primo luogo si consigliava di mettere in dubbio che la persona fosse davvero posseduta. Sotto questo aspetto il Rituale Romano dell’Esorcismo rappresentò dunque un notevole progresso, anche se il criterio di giudizio dei sacerdoti rimase a lungo inalterato. Di seguito sono riportati alcuni estratti del Rituale Romano dell’Esorcismo che ancora oggi rappresentano le linee guide seguite dagli esorcisti in tutto il mondo.

Rituale Romano dell’Esorcismo

  1. Il sacerdote che, con speciale ed esplicita autorizzazione dei superiori, deve esorcizzare i posseduti dai demoni, possiede il più alto grado di pietà, prudenza e integrità di vita. Non agirà per virtù propria ma divina, scevro da qualsiasi attaccamento ai beni terreni e realizzerà quest’opera pietosa per carità, con costanza ed umiltà. Conviene inoltre che sia di età matura e degno di rispetto, non solo in virtù della sua carica ma soprattutto per la purezza dei suoi costumi.
  2. Per svolgere rettamente le sue funzioni, l’esorcista dovrà essere a conoscenza della letteratura in materia e delle consuetudini, unitamente ad altri documenti, che ometteremo per brevità.
  3. Prima di credere che un individuo sia posseduto egli deve saper distinguere i sintomi del possesso diabolico da quelli della malattia, soprattutto psichica. Sono indizi di possesso diabolico il parlare una lingua sconosciuta, conoscere cose occulte o lontane oppure mostrare una forza superiore alla propria per età e condizione naturale.
  4. Dopo ogni esorcismo è bene interrogare il posseduto sulle sue sensazioni fisiche e spirituali, per individuare così le parole che più turbano i demoni e ripeterle poi opportunamente.
  5. L’esorcista deve saper individuare gli artifici usati dai demoni per ingannarlo. Generalmente sono soliti abbondare in false risposte e manifestarsi con difficoltà, perché l’esorcista si stanchi e desista, o addirittura perché non sia chiaro se il posseduto è davvero tormentato dal diavolo.
  6. A volte dopo essersi manifestati, i demoni si nascondono e liberano il corpo dalle molestie, tanto che il posseduto si crede del tutto libero. L’esorcista non deve comunque interrompere la sua opera, se non dopo aver constatato segni concreti di liberazione.
  7. A volte i demoni pongono innumerevoli ostacoli all’esorcismo e cercano di far credere che la sofferenza sia naturale. Per questo durante l’esorcismo fanno addormentare di tanto in tanto il malato, provocando in lui delle visioni, o si nascondono affinché il posseduto si creda libero.
  8. In altri casi appare manifesto chi ha effettuato il maleficio e in che modo può essere dissipato. In questi casi è necessaria la precauzione di non rivolgersi a maghi e streghe, ma solo ai ministri della Chiesa, evitando di ricorrere alla superstizione o ad altri riti illeciti.
  9. A volte il diavolo concede all’ossesso una tregua, nella quale può ricevere l’Eucarestia, perché sembri così guarito. Sono dunque innumerevoli gli artifici e le astuzie del demonio per ingannare l’uomo. Per non cadere in errore l’esorcista deve procedere con cautela.
  10. Siccome, secondo quanto disse Nostro Signore: “Ci sono specie di demoni che possono essere espulsi soltanto con la preghiera e il digiuno” (Matteo, 17,20) bisogna fare in modo che il posseduto ricorra, sia da solo che con aiuti esterni, a questi due grandi espedienti per sollecitare l’intervento divino ed espellere così il demonio secondo l’esempio dei Santi Padri.
  11. Per essere esorcizzato l’ossesso deve essere isolato, lontano da estranei, possibilmente in Chiesa o in altro luogo religioso o sacro. Se è malato o per altri motivi eccezionali, l’esorcismo può svolgersi nella sua abitazione.
  12. Il posseduto sarà avvertito affinché, se si trova, secondo il sacerdote, nelle condizioni fisiche e spirituali per poterlo fare, preghi Dio per sé e si rafforzi con frequenti confessioni e comunioni; mentre sarà esorcizzato si concentrerà per rivolgersi a Dio e chiedergli la salvezza con fede ferma e grande umiltà.
  13. Bisogna tenere il crocifisso in mano e bene in vista. Se è possibile si collochino sul petto o sulla testa del posseduto le reliquie dei santi, protette e coperte con decenza e sicurezza. È bene evitare che le cose sacre siano trattate indegnamente o diventino oggetto di scherno da parte del diavolo. Per l’irriverenza che può derivarne, è bene non porre la sacra Eucarestia sulla testa o altre parti del corpo del posseduto.
  14. L’esorcista non deve perdersi in discorsi inutili, formulando domande fuori luogo su cose future o nascoste, che esulano dalla sua competenza. Deve intimare allo spirito maligno di tacere e di limitarsi a rispondere alle sue domande. Non deve stupire che il demonio si finga un angelo o addirittura l’anima di un santo o di un defunto.
  15. E’ importante tuttavia cercare di sapere il nome e il numero dei demoni che possiedono il corpo, da quanto tempo lo possiedono, per quali motivi e cose analoghe. L’esorcista deve cercare di porre limite alle risate, alle burle e alle sciocchezze pronunciate dal demonio e deve ammonire i pochissimi presenti affinché non le prendano in considerazione, né facciano domande al posseduto, ma si limitino a pregare Dio con insistenza e umiltà.
  16. L’esorcista deve saper svolgere l’esorcismo con particolare autorità, molta fede, umiltà e fervore. Deve insistere con vigore anche quando lo spirito sembra perdere vitalità. Avrà sempre a portata di mano dell’acqua benedetta, con la quale aspergere le parti del posseduto particolarmente colpite o ascessi che potranno comparire.
  17. E’ inoltre necessario prestare attenzione alle parole che intimoriscono il diavolo, per ripeterle più volte, assumendo tono perentorio al momento di ordinargli di abbandonare il corpo. Se si osserva che riguadagna terreno è bene insistere due, tre, quattro volte, fino a stremarlo e ottenere la vittoria.
  18. All’esorcista è fatto assoluto divieto di somministrare o consigliare medicine, essendo questa prerogativa del medico.
  19. Per esorcizzare una donna è consigliabile la presenza di persone oneste, possibilmente suoi parenti, che la tengano ferma quando sarà scossa dal demonio. Sempre per onestà l’esorcista farà in modo di non dire né fare nulla che possa essere, per alcuni, occasione di scandalo.
  20. Per esorcizzare si impiegheranno parole della Sacra Scrittura. Si imporrà al diavolo di rivelare se si trova nel corpo del posseduto per magia o grazie a segni malefici e di far espellere ciò che il posseduto ha ingerito per via orale. Si consiglierà inoltre il posseduto di esternare tutte le sue tentazioni.
  21. Se l’ossesso viene liberato dal diavolo è bene ammonirlo che si tenga con ogni cura lontano dal peccato, evitando così al demonio nuove occasioni di ritornare. La nuova situazione sarebbe infatti molto più difficile da superare.
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