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Nina Kulagina e la forza del pensiero
1 Gen 2017

Nina Kulagina e la forza del pensiero

Post by Administrator

Nina Kulagina è stata una dei sensitivi russi più famosi del ‘900. Grazie alle sue straordinarie capacità psicocinetiche fu coinvolta dal governo sovietico in numerosi studi segreti volti a sperimentare l’esistenza e il possibile controllo dei cosiddetti fenomeni paranormali.

Nina Kulagina - Esperimento

Nina Kulagina

La giovane soldatessa dell’armata rossa era stufa di stare a letto. Era andata a combattere in prima linea a soli quattordici anni, ed era rimasta ferita da una scheggia tedesca proprio quando la Seconda Guerra Mondiale si stava avvicinando alla fine. “Quel giorno era molto arrabbiata e sconvolta” confessò più tardi Nina Kulagina. “Stavo andando ad aprire un armadio quando, a un tratto, una brocca si spostò fino all’orlo dello scaffale e finì per terra“.

Subito dopo, le accaddero altri fatti più o meno simili: luci che si accendevano e si spegnevano, porte che si aprivano e si chiudevano, piatti che si spostavano sulla tavola: il tutto senza intervento umano visibile. Sulle prime, la Kulagina pensò ad un poltergeist, gli spiriti burloni che si divertono ad assillare la gente. Ma inconsciamente avvertiva che la forza che muoveva gli oggetti era emanata da lei stessa.

Imparò a concentrarsi e a controllare il suo potere. Uno dei primi scienziati che si interessarono a lei fu Edward Naumov. Un giorno, durante un esperimento, Naumov rovesciò su una panca una scatola di fiammiferi. La Kulagina congiunse le mani sopra di essi, tremando per lo sforzo e, ad un tratto, i fiammiferi si spostarono in massa verso l’orlo della panca, e poi caddero uno per uno sul pavimento.

In seguito vennero effettuati altri esperimenti, registrati in più di sessanta film. Il più impressionante fu quello dell’uovo crudo rotto e rovesciato in un’urna di vetro, piena di una soluzione salina. Grazie al suo potere di concentrazione, Nina riuscì a separare l’albume dal tuorlo e a mandare le due parti in posizioni opposte, operando ad oltre un metro dal recipiente.

Gli strumenti scientifici collocati sulla Kulagina mostrarono che in quel momento la ragazza si trovava in uno stato di considerevole tensione emotiva e mentale. Il dottor Genady Sergeyev, che conduceva l’esperimento, misurò anche il campo elettrostatico intorno alla sensitiva. Nel momento in cui la ragazza incominciò a separare l’albume dal tuorlo, il campo cominciò a vibrare alla velocità di 4 cicli al secondo.

Sergeyev ne dedusse che quelle vibrazioni agivano come onde magnetiche: “Nel momento in cui le vibrazioni si producono, esse obbligano l’oggetto che Nina mette a fuoco, anche se si tratta di qualcosa di non magnetico, a comportarsi come se fosse magnetizzato. L’oggetto si sente attirato o respinto da lei“.

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