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Psicocinesi, quando la mente influenza la materia
13 Lug 2016

Psicocinesi, quando la mente influenza la materia

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Psicocinesi è un termine che deriva dal greco psyche (mente) e kinesis (movimento). Con esso si intende la capacità del pensiero di agire sulla materia senza alcun intervento di natura fisica. La storia della parapsicologia offre numerosi esempi di medium e sensitivi capaci di spostare oggetti con il solo potere della mente. 

Eusapia Palladino

Eusapia Palladino

Il fenomeno della psicocinesi fa pensare che l’influenza della mente sulla materia sia molto sottovalutata. Nel 1888, il dottor Ercole Chiaia, di Napoli, descrisse l’operato di una medium, la quale “attira a sé gli arredi che la circondano e li solleva, fa suonare strumenti musicali, organi, campane, tamburelli, come se li toccasse con le mani“. La donna era l’italiana Eusapia Palladino, e i suoi poteri paranormali fecero scalpore all’epoca.

Nata nel 1854, la Palladino diede segni fin da giovane delle sue doti paranormali, diventando presto una medium molto nota. Il dottor Chiaia presentò il suo caso al famoso psichiatra Cesare Lombroso, il quale ne rimase particolarmente impressionato. A destare molto interesse era la capacità della donna di far comparire impronte digitali su una palla di mastice tenuta a distanza. Nel 1892, la Palladino fu esaminata a Milano nel corso di 17 sedute da noti ricercatori, fra cui il fisiologo francese Charles Richet, il quale si convinse dei suoi poteri dopo averla vista sollevare un pesante tavolo a un metro di altezza dal pavimento semplicemente toccandolo.

Nel 1895 la medium fu invitata a Cambridge dalla Society for Psychical Research e le si diede agio deliberatamente di truffare, cosa di cui lei approfittò. Se ne dedusse che era un’imbrogliona, ma Richet e altri studiosi la difesero, dicendo che gli incidenti erano da attribuire al suo carattere bizzoso o a circostanze stressanti. Diversamente da molti medium, la Palladino si nascondeva raramente durante le sedute e spesso agiva in condizioni di buona visibilità, facendo muovere i mobili, talvolta di proposito, contro i presenti o materializzando mani incorporee così da farle apparire reali. Quando morì, nel 1918, era considerata da molti la più grande medium dell’epoca.

La psicocinesi, la capacità di spostare oggetti senza contatto fisico, suscitava l’interesse dei ricercatori del paranormale già molto prima delle controverse esibizioni della Palladino, i quali si ponevano il quesito se il fenomeno dipendesse da un intervento degli spiriti o da misteriosi poteri della mente umana. Nel 1854, il conte Agenor de Gasparin riferiva di esperimenti riusciti in Svizzera, in cui una dozzina di persone sedute intorno a un tavolo lo facevano muovere senza toccarlo. Egli pensava che ciò accadesse grazie a una forza generata dagli astanti. Un anno prima, in Pennsylvania, il prof. Robert Hare, che era scettico, non riuscendo a fornire una spiegazione scientifica del sollevamento dei tavoli, ne dedusse che gli spiriti agissero mediante i partecipanti.

La psicocinesi può verificarsi anche senza intento deliberato. Fra il 1912 e il 1914, Everard Feilding, della Society for Psychical Research, tenne in osservazione la giovane medium polacca Stanislawa Tomczyk, la quale, in stato di coscienza, sembrava produrre fenomeni psicocinetici spontanei, di cui lei stessa si sorprendeva, mentre quando era sotto ipnosi, era in grado di controllare la propria abilità spostando cucchiai e scatole di fiammiferi senza toccarli.

Il trucco può spiegare alcune manifestazioni di psicocinesi, ma altre sono realmente misteriose. Dopo la Prima Guerra Mondiale, i fratelli austriaci Willy e Rudi Schneider operarono diverse materializzazioni: erano capaci, per esempio, di far fluttuare al di sopra del suolo un fazzoletto, cambiandone forma come se ci fosse dentro una mano dalle nocche ben delineate. Lo scrittore tedesco Thomas Mann assistette a un esperimento dei due fratelli, in cui una campana posta sul pavimento suonava energicamente senza essere toccata e concluse che non ci fosse possibilità né di trucco meccanico né di destrezza di mano.

Il parapsicologo americano J. B. Rhine cominciò a sperimentare la psicocinesi in laboratorio nel 1934, studiando l’influsso della mente sulla caduta dei dadi. Altri esperimenti riguardavano la determinazione mentale del lato sul quale far cadere una moneta. I dati statistici sembrarono confermare l’esistenza della psicocinesi, che da allora è diventata il campo di maggiore sviluppo della ricerca paranormale.

Lo psicologo inglese Kenneth Batcheldor, dopo aver studiato per vent’anni casi di pretesa levitazione, concluse nel 1966 che la psicocinesi è possibile quando il soggetto mantiene una “convinzione” mentale fermamente positiva. Ma come la mente ottenga questi effetti psicocinetici è ancora tutto da scoprire.

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